feudalesimo

Feudalesimo: il sistema sociale che caratterizzò l’Europa nel Medioevo

Il modello di società dominante nell’epoca che da Carlo Magno durò più o meno fino al secolo XV e che noi abbiamo definito come ‘medievale’, era conosciuto come ‘rete vassalla’ o ‘feudalesimo’; basato su un sistema politico, economico e sociale che riprendeva chiaramente quella che era la ‘società curtense’ dei periodi immediatamente antecedenti, il feudalesimo prevedeva il dominio ed il controllo territoriale da parte di un ‘signore’ su una certa zona (o feudo), ed erano gli stessi appartenenti ai ceti meno abbienti a chiedere la sua protezione.

In effetti questo sistema potrebbe essere considerato una logica conseguenza degli avvenimenti storici accaduti nei secoli immediatamente precedenti; fortunati mercanti che si arricchivano sempre più grazie alle reti commerciali e di scambio che avevano creato specialmente con l’Oriente, e tantissima gente povera, costretta a guadagnarsi il pane lavorando per loro in cambio di pochi denari e protezione. Una scala gerarchica ben definita che avremo modo di analizzare meglio in questo blog.

Caratteristiche del feudalesimo

In seguito allo smantellamento di tutto l’impero carolingio di Carlo Magno, le famiglie reali di mezza Europa si erano indebolite tantissimo, e molti sovrani si videro costretti a cedere parte delle loro autorità a conti, marchesi e duchi, per comprare il loro appoggio e la loro compiacenza; parecchi feudi furono ceduti ai ‘signorotti’ del posto, che in cambio garantivano ai reali sicurezza e protezione contro gli attacchi di vikinghi, barbari o pirati saraceni, in quel periodo molto frequenti.

In parole povere la relazione sociale tra il più ricco ed il meno ricco, poi definita come vassallaggio, era molto semplice: il ‘signore’, più ricco e potente, offriva protezione ad un uomo più debole e questi ricambiava il servizio giurandogli fedeltà assoluta. Col passar del tempo poi, il feudalesimo assunse lineamenti sempre più definiti, e la scala gerarchica iniziò anche a diventare più lunga, con la comparsa di nuove ‘figure sociali’.

Com’era la società feudale?

La società feudale aveva più o meno le stesse caratteristiche in tutti i paesi europei; il concetto dominante in quel periodo era che i Re andavano poco a poco abdicando o comunque perdevano autorità, e cedevano beni ed appezzamenti di terra alle famiglie più poderose per assicurarsi la loro alleanza in caso di attacchi di popoli invasori. Scomparve il potere centralizzato, e venne frammentato nei singoli feudi, dove il signore del posto dettava leggi, imponeva tasse, ed amministrava la giustizia.

L’agricoltura era alla base di tutta l’economia, e la terra con tutti i suoi prodotti naturali acquisì enorme valore economico; ogni feudo viveva esclusivamente di ciò che produceva, e si creò una grande frattura tra la nobiltà ed il clero (classi dominanti e sempre più poderose) da un lato, ed il popolo di servi della gleba (che viveva indifeso ed in condizioni di miseria) dall’altro. In tutto questo, la Chiesa (e con essa tutto il sistema clericale) andava man mano acquisendo sempre più autorità, fino a diventare una vera potenza economica, politica e religiosa.

Economia durante il feudalesimo

Come già accennato prima, era l’agricoltura il vero carro trainante dell’economia feudale del medioevo; il signore del feudo motivava i servi della gleba che lavoravano per lui responsabilizzandoli sulla produzione e sul mantenimento dei macchinari utilizzati, e prometteva loro incentivi e premi sul raccolto (cosa che rendeva la figura del servo della gleba leggermente diversa da quella di un comune schiavo).

Circolando meno moneta, il baratto e gli scambi di beni e prodotti ricavati dalla terra diventarono pratica molto diffusa tra i feudatari stessi, con totale assenza di industrie o di commercio all’ingrosso; quasi tutti i prodotti derivavano dall’agricoltura o dall’allevamento, escludendo ovviamente il piccolo artigianato locale, sempre tutelato e difeso dagli stessi signori del feudo. Moltissimo autoconsumo, pagamento di ore di lavoro alla schiavitù mediante prodotti della terra e non con moneta sonante, e baratto, divennero pratiche all’ordine del giorno, e questa situazione rimase invariata almeno fino al secolo XVI.

Diritti e doveri di sovrani e vassalli

Il gradino più alto della scala gerarchica caratteristica della società feudale era dunque occupato dal Re, il quale concedeva feudi ad i nobili più possenti della zona, i vassalli; i vassalli (che in questo caso erano diventati ‘signori’ del proprio feudo) a loro volta ‘subaffittavano’ in un certo senso gli appezzamenti di terra ricevuti ad altri vassalli, i valvassòri, in cambio di un dazio, e questi ultimi facevano lo stesso con uomini di rango ancora inferiore, i ‘valvassini’.

Si ferma qui la zona alta della ‘classifica sociale’ della società feudale; le posizioni al di sotto di quella del ‘valvassino’ appartenevano infatti ai contadini, al basso clero, ed ai servi della gleba che, pur godendo di una posizione sociale leggermente migliore rispetto a quella di un comune schiavo o ‘contadino servo’, rappresentavano pur sempre l’ultimo anello di questa catena, non avendo alcun tipo di diritto ma, quello si, tanti doveri.